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MEMORIE  STORICHE di ALLEGHE  e CAPRILE   Grande Guerra 1915-1918

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La prima guerra dal diario del dott. Luigi Canepone, I forni militari ad Alleghe, la ferrovia sulle rive del lago…

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Alleghe – Durante la Grande Guerra sia i militari che i civili, hanno dato il loro contributo. Per questo l’attenzione va rivolta non soltanto alle pubblicazioni “ufficiali” che trattano il conflitto dal punto di vista militare, ma anche a quelle che lo raccontano dal punto di vista dei civili. In questo ultimo filone si inserisce la ricerca uscita proprio in queste settimane “Memorie Storiche di Alleghe e Caprile – Grande Guerra 1915 – 1918” di Lina De Biasio.
Un lavoro di una cinquantina di pagine il cui formato fa risaltare le oltre cinquanta immagini, la maggioranza delle quali inedite, di cui il libro è corredato. Il lettore viene accompagnato in questo viaggio nella memoria che inizia ricordando la figura di Luigi Canepone, giovane studente di medicina umbro, costretto ad interrompere gli studi per soccorrere i soldati feriti in battaglia. L’autrice ne riporta il diario sintetico nel quale, dal giugno all’agosto 1917, vengono ripercorse le tappe del suo soggiorno nell’alta Val Cordevole. Il testo è affiancato da un ricco repertorio fotografico. Fu l’alleghese Sante De Toni, una delle maggiori guida delle Dolomiti, a condurre il tenente medico in diverse località di Alleghe. Rimane ancora oggi sul territorio comunale la presenza della “linea gialla”, trincee e tunnel scavati nella roccia per arrestare il nemico in caso di cedimento della prima linea del fronte. Lo dimostrano pure le immagini di Giorgio Fontanive che presentano le gallerie a Pian dei Sech alla base delle pareti rocciose a sud est di Malga Pioda.
Un’altra foto rivela l’attraversamento, lungo le rive del lago di Alleghe, di una ferrovia a scartamento ridotto Decauville e il passaggio di un lungo corteo di soldati austriaci fatti prigionieri sul Col di Lana. Una foto piena di umanità come quelle che immortalano aspetti della vita quotidiana. Lo è quella della lavandaia impegnata in una giornata di fine inverno a stendere la biancheria vicino al “casèlo” di Casarìl adibito a servizio di disinfezione per malattie infettive. Rimedi talvolta inefficaci per competere contro epidemie come la temibile influenza spagnola. Chi, come Angela De Toni, all’epoca era solo una bambina, ricorda lo stupore nel vedere passare per Alleghe una grande quantità di soldati a piedi, mezzi militari, cavalli, muli e la paura dei genitori, il rumore dei cannoni che sparavano giorno e notte, i potenti riflettori austriaci che illuminavano dal Col di Lana la valle del Cordevole, la preoccupazione per l’andamento incerto del conflitto, i discorsi dei combattenti che scendevano dal fronte del Col di Lana e della Marmolada, molti dei quali ospitati nei fienili della zona. La maggioranza di loro, pieni di pidocchi, si liberava dei vestiti prontamente recuperati dalla popolazione che, una volta bolliti, li riadattava per la famiglia.
Ma c’è pure il ricordo dei forni in cui si faceva il pane per le truppe e le grandi cataste di legna di faggio per farli funzionare. Anche questa era la guerra, come la paura che a volte veniva dall’alto in forma di cannonate che nell’agosto 1916 colpirono Saviner e Alleghe, subito respinte dalle batterie della difesa italiana dispiegata a Laste. Poi la dilagante miseria che seguì alla ritirata italiana e all’invasione austriaca, alle incursioni e ruberie dei soldati austriaci nelle abitazioni. Ma non manca una ricca testimonianza del fotografo Antonio Soia di Caprile (il ringraziamento dell’autrice va alla figlia Vanda) che descrisse il primo attacco austriaco al paese a colpi di mitragliatrice, appena due giorni dopo l’inizio delle ostilità.
A questo ne era seguita una mobilitazione generale della popolazione per costruire tutto ciò che poteva servire per la difesa. Ma c’è pure spazio al ricordo dell’arrivo a Caprile del cinema muto e l’umanità contenuta nell’episodio della fucilazione dei Bersaglieri disertori lungo il Cordevole. Accanto al diario di un colonnello medico dell’ Ospedaletto di Caprile, si affiancano le poesie di Carlo Delcroix, ufficiale del terzo reggimento bersaglieri ferito gravemente e rimasto privo della vista. Lo segue il toccante racconto della madre che lo aveva raggiunto e assistito durante la degenza. «Questa ricerca è una raccolta di documenti inediti con lo scopo di divulgarla e di farne partecipe la comunità», ha detto Lina De Biasio, per molti anni insegnante con la passione per la storia che ha all’attivo articoli e alcuni testi di cultura locale.
  • Autore:   Lina de Biasio
  • Pagine:  53
  • Illustrato: si
  • Dimensione: 21 x 29 cm
  • Copertina:  Flessibile
  • Stampato da:  Fotoriva
  • Anno: 2018